DISTURBI ALIMENTARI E COVID-19

Disturbi alimentari e covid-19. La pandemia da COVID-19 non si è ancora conclusa, anche se l’introduzione dei vaccini e l’abbassamento della pressione sugli ospedali ha consentito il ritorno ad una parziale normalità. Senza più i lockdown, tipici della prima fase pandemica, i livelli di stress e le problematiche psicologiche correlate sono in diminuzione. L’uomo è infatti un animale sociale e la mancanza di contatto e di supporto sociale, durante forse una delle più significative crisi globali che le nostre generazioni ha vissuto, ha sicuramente generato un aumento generalizzato di stress, con conseguenze significati sulla popolazione generale. In questo articolo presentiamo una breve revisione della letteratura sugli effetti che la pandemia da COVID-19 ha generato tra una delle popolazioni ritenute più fragili rispetto agli eventi di vita stressanti, i pazienti che soffrono di disturbi alimentari in particolare anoressia nervosa e bilimia nervosa.

La pandemia da SARS-CoV-2

La pandemia da COVID-19 ha iniziato ad essere un problema di sanita pubblica a livello mondiale dal febbraio 2020. Le strategie messe in atto da numerosi Paesi per controllare la pandemia sono stati principalmente la quarantena, i lockdown e il conseguente isolamento sociale.

La difficoltà a reperire strumenti di protezione personale (come le mascherine) e la mancanza di vaccini e cure efficaci ha reso ancora più necessarie misure di isolamento sociale per controllare l’espansione della pandemia.

Effetti della pandemia sul benessere psicologico

In questi ultimi due anni stanno uscendo i primi lavori sugli effetti della pandemia da SARS-CoV-2 sul benessere psicologico sia sulla popolazione generale, sia su coloro che sono stati vittima di contagio e hanno sviluppato il disturbo (Sher et al.2020, Lim Yugei et al., 2021; Sher, 2020)

Diversi sono gli studi che hanno evidenziato un peggioramento della salute psicologica nella popolazione generale (soprattutto nei primi mesi della pandemia) con un aumento di sintomi depressivi, disturbi d’ansia e, più in generale, con un aumento di problematiche stress correlate (Vindergaard et al., 2020).

Effetti della pandemia su giovani e donne

In particolare i più colpiti da questo periodo sono stati i giovani e le donne (Almeida, 2020), in genere di status socio-economico più basso e gli operatori sanitari (Barros et al.,=. Queste categorie, secondo gli ultimi dati, sembrano essere quelle maggiormente colpite dagli effetti psicologi e dalle problematiche psichiatriche correlate alla pandemia. (Ly, Yufei et al, 20021)

In generale si è quindi assistito ad un aumento delle problematiche psichiatriche nella popolazione generale, una tendenza che, sebene oggi sia in diminuzione, ancora non ha raggiunto i livelli pre-COVID.

COVID-19 e disturbi alimentari

Gli effetti della pandemia sono stati particolarmente pesanti per coloro che soffrono di disturbi alimentari, in particolare per pazienti con anoressia nervosa e bulimia nervosa. Studi hanno evidenziato che durante le prime fasi della pandemia si è verificato un generale peggioramento sintomatologico nei pazienti che soffrono di disturbi alimentari. (Bajos 2021; Sideli, 2021)

Ancora pochi studi invece hanno investigato quali sono gli effetti a lungo termine dell’isolamento sociale e del periodo pandemico su questi pazienti. Anche se i recenti dati che certificano un aumento delle ospedalizzazioni per questi disturbi suggerisce che gli effetti siano più pervasivi e duraturi del previsto. (Mouth and all., 2022)

COVID-19 e disturbi alimentari

Una recente metanalisi (Sidelli et al., 2021) ha evidenziato che durante il periodo di confinamento sociale il 65% dei pazienti affetti da disturbi alimentari ha dichiarato un peggioramento della sintomatologia alimentare correlata.

Durante il primo periodo pademico il 75% dei pazienti con disturbi alimentari ha riportato preoccupazioni per le forme del proprio corpo, preoccupazioni rispetto all’alimentazione e un aumento dei pensieri relativi all’esercizio fisico eccessivo e compulsivo. Nello specifico

  • Il 60% ha riportato un peggioramento nei comportamenti alimentari restrittivi
  • Il 32% ha riportato un aumento delle abbuffate
  • Il 12% ha riportato un aumento di strategie compensatorie (come vomito autoindotto e utilizzo di lassativi etc.)
  • il 16% ha riportato un parziale miglioramento dei sintomi

Uno studio (Fernandez-Aranda et al, 2020) ha evidenziato che, tra tutti i disturbi alimentari, solo tra coloro che soffrono di anoressia nervosa si è osservato un peggioramento nella disregolazione emotiva.

Disturbi alimentari e problematiche psichiatriche in comorbilità

Nello studio di Sidelli e colleghi, gli autori hanno osservatp che, durante la prima fase della pandemia, circa la metà del soggetti con disturbi alimentari ha sperimentato episodi o sintomi depressivi e disturbi d’ansia, così come un peggioramento della qualità del sonno e sintomi da stress post-traumatico.

Inoltre, durante il primo periodo pandemico, un paziente su tre ha riportato un peggioramento della qualità della terapia a cui era sottoposto. Il lockdown e l’isolamento sociale hanno infatti ridotto, se non impedito, per alcuni periodi ai pazienti di poter accedere ai servizi territoriali o alla psicoterapia individuale.

Questo effetto è stato inizialmente solo parzialmente tamponato dal ricorso alla telepsichiatria. (O’Brien et al.,)

Bambini e adolescenti

Uno studio condotto su bambini e adolescenti con problematiche alimentari (Graell et al., 2020) ha evidenziato come, durante la prima fase della pandemia, si sia assistito ad un peggioramento dei sintomi caratteristici dei disturbi alimentari nel 42% dei casi.

Nel 37% si è invece assistito ad un generale peggioramento del quadro psicopatologico generale, con aumento di sintomi stress correlati come insonnia, agitazione e problematiche dell’umore.

Effetti della pandemia sui disturbi alimentari

Alcuni studi hanno evidenziato come l’isolamento sociale correli con la sintomatologia caratteristica dei disturbi alimentari sia in pazienti già diagnosticati per disturbi alimentari, sia in individui che dichiarano problematiche alimentari (McNamara et al., 2022, Monteleone et al., 2021).

Il cambiamento delle abitudini quotidiane, con una drastica distruzione della routine quotidiana sembra essere associato al peggioramento dei sintomi in pazienti affette da disturbi dell’alimentazione, come le preoccupazione per il peso e le forme del corpo e il ricorso alle abbuffate.

Inoltre lo stress generato dalla condizione pandemica sembra essere correlato con un peggioramento nella disregolazione emotiva.Caratteristica strettamente associata ai disturbi alimentari.

La vulnerabilità dei pazienti con disturbi dell’alimentazione

La metanalisi di Sivelli et al, evidenzia inoltre come, non solo ci sia un peggioramento dei sintomi in pazienti con disturbo alimentare. Ma che questo peggioramento, sempre valutato attraverso dei test autosomministrati, sia più evidente in coloro che dichiarano di avere sintomi alimentari, rispetto a coloro che sono diagnosticati e sono in cura presso un servizio territoriale.

Questo potrebbe essere spiegato dal fatto che coloro che erano già in contatto con servizi terapeutici abbiano avuto un maggior sostegno (anche attraverso l’utilizzo della telepsichiatria) e che la relazione terapeutica abbia comunque parzialmente agito da fattore protettivo nei pazienti. Coloro che invece non risultavano in carico a nessun servizio sarebbero stati più esposti agli effetti patogenetici dell’isolamento sociale. (Sidelli et al.,)

Conclusione

In conclusione i primi dati raccolti sugli effetti della pandemia sui disturbi alimentari sembrano essere associati ad un peggioramento della sintomatologia alimentare correlatia e, più in generale, ad un peggioramento dello stato psicopatologico della persona. Questo peggioramento sarebbe più pronunciato in coloro che non sono in carico presso un servizio e che non seguono quindi nessun percorso terapeutico.

Fattori protettivi

Alcuni fattori protettivi sembrano essere stati identificati e possono aver mitigato gli effetti ingravescenti della pandemia. Tra questi fattori protettivi troviamo:

  • un buon supporto familiare,
  • l’autodirezionalità: la tendenza a perseguire i propri interessi e a non conformarsi eccessivamente a norme e aspettative esterne
  • percezione di controllo e prevedibilità dell’ambiente
  • capacità di perseguire i propri obiettivi

Fattori di rischio

Al contrario alcuni fattori di rischio sembrano influenzare il peggioramento sintomatologico, soprattutto in coloro che soffrono di anoressia nervosa e sono:

  • imprevedibilità del contesto di vita
  • senso di perdita del controllo
  • difficoltà nella regolazione emotiva: soprattutto negli episodi di abbuffata (Todisco e Donini, 2021)

Implicazioni cliniche

Le implicazioni cliniche di questi dati sono in parte complesse. Da una parte non si può prevedere se e in che modo la pandemia possa riemergere con nuove varianti determinando nuovamente isolamento sociale e cambiamenti drastici nella routine di vita.
Certamente è possibile potenziare gli strumenti di telemedicina che sono, in assenza della terapia vis a vis, uno strumento compensativo utile che può limitare gli effetti dell’isolamento sociale e prevenire se non ridurre il peggioramento sintomatologico di questa popolazione di pazienti particolarmente fragile.

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