CHE COS’E’ LA SCHEMA THERAPY? INTERVISTA ALLA DOTT.SSA MEREU

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La Schema Therapy è un approccio psicoterapeutico di nuova generazione che integra in sé diversi approcci. Nato per il trattamento dei disturbi di personalità, si è dimostrato efficace anche nel trattamento di altri disturbi psichiatrici, come disturbi d’ansia e depressivi, soprattutto quando questi sono di lungo corso. A parlarci della Schema Therapy la dott.ssa Monia Mereu, psicologa e psicoterapeuta presso il poliambulatorio dell’Ospedale Maria Luigia.

Che cosa è la Schema Therapy?

La Schema Therapy è un modello psicoterapeutico, sviluppato da Jeffrey Young, che integra aspetti della Teoria Cognitivo-Comportamentale, del Costruttivismo, della Psicanalisi, della Terapia della Gestalt, della Terapia Focalizzata sulle Emozioni e della Teoria dell’Attaccamento per aiutare i pazienti a superare le loro difficoltà personali e relazionali.

La Schema Therapy si concentra sull’identificazione e la modifica degli schemi maladattivi precoci disfunzionali di pensiero e comportamento che spesso si sviluppano durante l’infanzia e possono contribuire a disturbi come la depressione, le dipendenze e i disturbi di personalità.

Che cos’è uno schema?

Quando parliamo di “schema” in psicologia facciamo riferimento ad un modello organizzato di pensieri, sentimenti e comportamenti che in genere si sviluppano nell’infanzia o nella prima adolescenza.

Fondamentale per la Schema Therapy è il concetto di “schema maladattivo precoce” che può essere definito come una strutturazione cognitiva ed emotiva, attraverso la quale interpretiamo il mondo.
Lo potremmo anche immaginare come una lente colorata che filtra quello che vediamo e che non ci permette di vedere in maniera oggettiva la realtà.

Come si originano gli schemi maladattivi precoci?

Secondo Young, l’origine di tali schemi maladattivi precoci e dei conseguenti comportamenti disfunzionali che da essi derivano, va ricercata nei rapporti primari dell’infanzia.

Secondo la Schema Therapy infatti tali schemi si formano quando i bisogni emotivi primari che tutti i bambini hanno e che sono pertanto definiti “bisogni universali”, rimangono insoddisfatti nel tempo. Questi bisogni sono:

  • attaccamento sicuro,
  • protezione dalla minaccia e abuso,
  • amore cura e attenzione,
  • accettazione e lode,
  • empatia,
  • autonomia,
  • validazione e limiti realistici.

Le strategie di coping disfunzionali

La formazione degli schemi maladattivi precoci porta il bambino a strutturare delle strategie di coping che lo aiutino a gestire lo schema e a tollerare la sofferenza che ne deriva.

L’individuo tenderà poi a replicare nel corso della sua vita tali strategie con la messa in atto di comportamenti disfunzionali che lo porteranno ad un peggioramento del proprio benessere psicologico, rendendo difficile il suo adattamento al mondo circostante e configurandosi talvolta in disturbi psichiatrici.

Nella Schema Therapy le risposte di coping disfunzionali possono essere divise in tre categorie:

Evitamento

La persona tende ad evitare situazioni o eventi che possono riattivare lo schema maladattivo. Ad esempio, una persona con lo schema dell’abbandono potrebbe evitare di legarsi affettivamente ad altri per paura di essere abbandonata o ferita, alimentando così sensazioni di solitudine e scarso valore personale.

Resa

La persona non mette in discussione lo schema maladattivo, ma agisce come se lo schema maladattivo fosse effettivamente vero. Ad esempio, una persona con lo schema di abuso/sfiducia potrebbe ritenersi non meritevole di amore e protezione e tollerare così abusi e prevaricazioni senza ribellarsi o agire per far valere i propri diritti.

Ipercompensazione

La persona lotta direttamente contro lo schema cercando di dimostrare che non è vero. A fronte di uno schema di inadeguatezza/vergogna o di fallimento, una persona potrebbe quindi coltivare ideali di perfezione per evitare di sentirsi in difetto oppure in risposta ad uno schema di dipendenza/incompetenza potrebbe agire in modo prevaricante sugli altri per evitare la sensazione di essere controllato o di dipendere dagli altri.

Quali sono le conseguenze delle strategie disfunzionali di coping?

Ciascuna di queste strategie di coping rappresenta una risposta allo schema maladattivo precoce.
Queste modalità risultano tuttavia disfunzionali poichè, nonostante vengano messe in atto più o meno consapevolmente, alimentano le credenze sottese agli schemi rendendoli sempre più cronici e pervasivi nella vita della persona.

Quale è l’obiettivo della Schema Therapy?

L’obiettivo della Schema Therapy è quindi da una parte quello di identificare questi schemi maladattivi nel paziente e renderlo consapevole delle modalità disfunzionali che attua nel tentativo di gestirli.

Dall’altra quello di modificare l’intensità e la pervasività degli schemi stessi, facendo in modo che pregiudichino sempre meno il benessere psicologico della persona.

Per farlo è quindi necessario rispondere attraverso esperienze immaginative ai bisogni che non sono stati soddisfatti, modificare le lenti attraverso cui il paziente osserva il mondo sé stesso e gli altri rendendole trasparenti e infine trovare modalità più funzionali di comportamento, in modo da permettere al paziente di perseguire i propri obiettivi di vita.

Che tecniche vengono utilizzate nella Schema Therapy?

Il primo aspetto riguarda la co-costruzione di una relazione terapeutica sicura e validante. Questo elemento è centrale per fondare tutto il processo terapeutico.


Inoltre, la Schema Therapy utilizza numerose tecniche psicoterapeutiche sviluppate già in altri approcci, come gli esercizi immaginativi, esperienziali, psico-corporei, o tecniche più dialogiche legate ad approcci cognitivo-comportamentali standard.


Queste tecniche sono pensate per aiutare i pazienti a identificare e modificare i propri schemi maladattivi precoci, a identificare i propri bisogni, a validarli e a rispondervi in modo appropriato.

A chi è rivolta la Schema Therapy?

La Schema Therapy è nata per trattare principalmente i disturbi di personalità, nel tempo poi è risultata efficace nel trattamento di difficoltà relazionali di lunga durata, depressione, disturbi d’ansia, disturbi del comportamento alimentare e dipendenza da uso di sostanza.

Approfondimenti

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