DISLESSIA. CARATTERISTICHE, DIAGNOSI E TRATTAMENTO

dislessia

La dislessia fa parte dei disturbi specifici dell’apprendimento (detti anche DSA) ed è un disturbo caratterizzato dalla presenza di difficoltà nella lettura che si manifestano con errori frequenti e eccessiva lentezza nel leggere, nonostante il bambino mostri un’intelligenza nella norma. Spesso i primi indicatori della dislessia si osservano con l’inizio delle scuole elementari. Nei casi di dislessia è fondamentale una diagnosi e un intervento precoci, prevenendo così insuccessi scolastici, e favorendo un maggiore senso di autoefficacia e autostima nel bambino. In questo articolo la dott.ssa Antonella Ciriaco descrive cosa sia la dislessia, come si svolge una diagnosi e come viene definito un trattamento per bambini con la dislessia.

Dislessia

La dislessia è un disturbo specifico dell’apprendimento (DSA) caratterizzato da una minore correttezza e rapidità della lettura. Il termine dislessia è stato utilizzato per la prima volta da Rudolf Berlin nel 1881 per descrivere il caso di un ragazzo dall’intelligenza normale che però mostrava una grave difficoltà nell’imparare a leggere e scrivere.

Da allora l’attenzione verso la dislessia e i disturbi specifici dell’apprendimento è cresciuta in campo neuropsichiatrico, psicologico e logopedico. Soprattutto negli ultimi anni si è assistito ad un crescente interesse anche da parte del legislatore alle problematiche relative ai disturbi specifici dell’apprendimento.

Riconoscimento della dislessia come DSA

In Italia nell’ottobre del 2010 viene promulgata la legge 170, legge che riconosce pienamente la dislessia, la disgrafia, la disortografia e la discalculia come disturbi specifici dell’apprendimento.

La legge riconosce inoltre il pieno diritto all’istruzione degli studenti con DSA, garantendo loro appositi provvedimenti “dispensativi e compensativi” al fine di favorire il successo scolastico (dalle scuole elementari fino all’università), la diagnosi precoce, la collaborazione tra scuola, famiglia e servizi sanitari predisponendo inoltre percorsi riabilitativi adeguati.

Dislessia, la definizione

Nel corso del tempo sono state date numerose definizioni di dislessia. Una delle più accreditate è quella dell’International Dyslessia Association, organizzazione internazionale no-profit che si occupa dello studio, della ricerca e del trattamento della dislessia.

La dislessia è una specifica disabilità dell’apprendimento, di origine neurobiologica. E’ caratterizzata dalla difficoltà a leggere in modo accurato e fluente e da scarse abilità nello spelling e nelle abilità di decodifica. Queste difficoltà sono causate tipicamente da un deficit nella componente fonologica del linguaggio che non è in relazione a deficit cognitivi o alla qualità della formazione scolastica. Conseguenze secondarie possono includere problemi nella comprensione di testi e una ridotta pratica di lettura che può ostacolare la crescita del vocabolario e delle conoscenze di base.

International Dyslessia Association

La dislessia non è una malattia, cosi come non lo sono gli altri disturbi specifici dell’apprendimento ma, come indicato dall’Associazione Italiana Dislessia (AID), è una neurodiversità. Per neurodiversità si intende uno sviluppo neurologico non patologico, ma atipico, sottostante alle abilità di lettura, scrittura e calcolo.

La dislessia è una condizione permanente. Nonostante questo, grazie ai moderni approcci di intervento e a metodi di supporto all’apprendimento, i bambini con dislessia possono avere una carriera scolastica di successo e vivere una vita normale.

Caratteristiche della dislessia

Le caratteristiche della dislessia si osservano già dai primi anni di scuola elementare, ossia quando il bambino è chiamato ad apprendere le basi della letto-scrittura. Per questo l’osservazione dei primi segni e caratteristiche della dislessia da parte degli insegnanti, durante le lezioni a scuola, può favorire un riconoscimento precoce del disturbo.

Anche per questo in Italia, la legge 170/2010 istituisci percorsi formativi specifici sui DSA per insegnanti, al fine di riconoscere e successivamente aiutare il percorso di bambini con dislessia.

In genere la dislessia si manifesta con una lettura eccessivamente lenta oppure veloce ma contraddistinta da numerosi errori e imprecisioni.

Talvolta i bambini dislessici tendono a non comprendere ciò che leggono e devono ripetere più volte la lettura di un brano. Nell’ambiente scolastico frequentemente incontriamo alunni che manifestano difficoltà atipiche negli apprendimenti di base (circa il 20% del totale degli alunni), ma solo una piccola parte (3-4%) di questi avrà un disturbo specifico dell’apprendimento.

Difficoltà principali di un bambino con dislessia

E’ importante sottolineare comunque che la dislessia può presentarsi in modalità molto diverse da bambino a bambino. Qui elenchiamo una serie di caratteristiche tipiche della dislessia, anche se non è necessario siano presenti tutte:

  • lentezza nell’apprendere la corrispondenza tra una lettera e il suono
  • apprendimento più veloce attraverso altri canali che non siano la lettura (ad esempio video, audio, sperimentazioni)
  • confusione tra lettere simili (ad esempio m/n, v/f, b/d, a/e).
  • difficoltà nel separare la parola in suoni e a ricostruire la parola dai suoni
  • le capacità di lettura e scrittura sono più basse rispetto a quanto ci si aspetta in base all’intelligenza e alla curiosità
  • rendimento scolastico basso soprattutto nelle prove scritte
  • ripetizione scorretta delle parole lunghe
  • difficoltà a leggere parole isolate non all’interno di una frase
  • la lettura dei testi è lenta e poco fluente
  • fatica a verbalizzare i pensieri
  • fatica a comprendere i testi
  • le parole o le lettere scritte sembrano muoversi durante la lettura
  • fatica nel leggere l’ora da un orologio con le lancette
  • mostra difficoltà nel vestirsi, nell’allacciarsi le scarpe e in molti altri compiti che richiedono abilità finomotorie
  • fatica a indicare la destra e la sinistra
  • fatica nel contare le sillabe di una parola
  • inverte lettere e numeri (ad esempio “li” al posto di “il” oppure “16” al posto di “61”)

Le difficoltà nell’apprendimento possono essere diverse e diversificate e le modalità attraverso cui si manifesta la dislessia possono differire significativamente da caso a caso. Una diagnosi accurata consente infatti di progettare un trattamento personalizzato e specifico per ogni singolo bambino.

Indicatori precoci della dislessia

Nonostante la maggior parte dei bambini mostri le prime difficoltà con l’inizio delle scuole elementari, alcuni indicatori della dislessia sono osservabili prima dell’età scolare. In genere nella prima infanzia i segni che possono far pensare alla dislessia sono:

  • ritardo o anomalie nello sviluppo del linguaggio
  • confusione tra suoni dentro alle parole
  • difficoltà a suddividere la parola in sillabe
  • fatica a riconoscere parole in rima o dal suono simile
  • il vocabolario del bambino cresce lentamente
  • fatica ad imparare a scrivere il proprio nome

Dislessia e gli altri disturbi specifici dell’apprendimento

Come ricordato precedentemente la dislessia non è l’unico disturbo specifico dell’apprendimento anche se, essendo il disturbo più conosciuto, si tende erroneamente ad utilizzare questo termine facendo riferimento a tutti i DSA.

Ciò che definisce i disturbi specifici dell’apprendimento è la specificità. Ossia il disturbo interessa uno specifico dominio di abilità (la lettura, la scrittura o il calcolo) lasciando intatto il funzionamento intellettivo generale. Nello specifico quindi la dislessia riguarda un disturbo specifico di lettura. Gli altri disturbi (disgrafia, disortografia e discalculia) riguardano altre funzioni specifiche legate alla produzione scritta e alle abilità di calcolo.

  • La disgrafia è un disturbo specifico della scrittura di natura grafomotoria. Questo disturbo porta ad avere difficoltà nella scrittura delle parole rendendola poco leggibile agli altri e al soggetto stesso.
  • La disortografia è un disturbo specifico della scrittura che porta a commettere numerosi errori ortografici.
  • La discalculia è un disturbo specifico del sistema dei numeri e del calcolo che rende oltremodo difficoltoso l’apprendimento dei simboli numerici e l’esecuzione di calcoli matematici.

Pur interessando abilità diverse, i disturbi specifici dell’apprendimento sopra descritti possono coesistere in una stessa persona. Dislessia, disgrafia, disortografia e discalculia possono infatti presentarsi insieme nello stesso soggetto; questo è definito tecnicamente “comorbilità”.

Dislessia e conseguenze psicologiche

La dislessia, così come tutti i disturbi specifici dell’apprendimento, non sono causati da problematiche psicologiche, da traumi e problemi del contesto familiare. Le cause della dislessia sono di natura prettamente neurobiologica e non sono causate da particolari stress emotivi del bambino. Però difficoltà di apprendimento possono generare difficoltà psicologiche.

Può capitare infatti che a scuola, bambini con dislessia vengano non non riconosciuti immediatamente e quindi vengano descritti dalle maestre come svogliati o che non ci mettano il sufficiente impegno. In questi casi, oltre al disagio legato alla difficoltà di apprendimento, nel bambino può comparire un senso di frustrazione, demoralizzazione e una svalutazione delle proprie capacità personali. Questo può creare un circolo vizioso che porta a non voler più andare a scuola o evitare qualsiasi contesto di apprendimento.

La mancanza di fiducia verso di sè può inoltre, nel tempo, favorire un precoce abbandono scolastico, una forte demotivazione all’apprendimento e favorire la comparsa di problematiche psicologiche come una forte inibizione e isolamento sociale, aggressività, disturbi comportamentali in classe e in alcuni casi sviluppare disturbi d’ansia e depressione.

La diagnosi precoce di dislessia

La diagnosi precoce di un dislessia è quindi fondamentale soprattutto dopo l’inizio della scuola primaria. Affrontare un percorso scolastico con tutti gli aiuti necessari consente infatti una riduzione dello stress nei bambini, una maggiore consapevolezza di sé ed un più formato senso di autoefficacia.

Per questo, nei servizi che si occupano di dislessia e DSA, è importante curare non solo l’aspetto del trattamento (che è volto a potenziare le capacità di apprendimento del bambino) ma anche l’aspetto psicologico. Infatti è frequente che le difficoltà nell’apprendimento non vengano individuate precocemente e che il bambino sia così esposto a grosse difficoltà nell’apprendimento, a fallimenti in ambito scolastico, con ripercussioni sulla sua autostima e autoefficacia.

La comorbilità può essere presente anche tra DSA e altri disturbi del neurosviluppo come ad esempio disturbi di linguaggio, disturbi di coordinazione motoria, ADHD, disturbi da disregolazione dell’umore dirompente, disturbi emotivi e del comportamento e altri.

Diagnosi di dislessia

In Italia la diagnosi di dislessia (e dei DSA in generale) segue, come sistema di codifica, l’ICD-10 (dall’inglese International Classification of Desease, decima revisione) e si richiama alle indicazioni della Consensus Conference del 2007 e alla legge 170/2010.

I codici ICD-10 per i diversi disturbi dell’apprendimento sono:

  • F81.0 – Disturbo specifico di lettura (dislessia)
  • F81.1 – Disturbo specifico di compitazione (disortografia)
  • F81.2 – Disturbo specifico di abilità aritmetiche (discalculia)
  • F81.3 – Disturbi misti di abilità scolastiche
  • F81.8 – Altri disturbi evolutivi di abilità scolastiche (disgrafia)
  • F81.9 – Disordine evolutivo di abilità scolastiche non altrimenti specificato

Per la diagnosi di dislessia vengono utilizzate prove standardizzate svolte in ambulatorio da un’equipe multidisciplinare.

Criteri diagnostici

Sono previsti alcuni criteri per la diagnosi di dislessia:

  • Non è possibile fare diagnosi di dislessia fino al termine della seconda elementare. E’ però possibile, di fronte a casi a rischio o familiarità, attivare precocemente interventi di sostegno e di recupero.
  • I punteggi ai test devono essere significativamente sotto la media rispetto alla classe frequentata e al programma didattico.
  • I disturbi di lettura devono essere persistenti nel tempo.
  • In casi dubbi, laddove si riscontri, dopo un adeguato training, un miglioramento significativo e tale da far rientrare il bambino dentro i valori tipici, non si potrà fare diagnosi il disturbo specifico.
  • Il disturbo deve avere serie conseguenze specifiche sulle prestazioni scolastiche e quotidiane del bambino.

Sono fattori di esclusione per una diagnosi di dislessia la presenza di fattori ambientali ed educativi che possano rallentare lo sviluppo cognitivo (ad esempio un ambiente familiare ad alta deprivazione culturale, linguistica o educativa), la presenza di handicap sensoriali e intellettivi e gravi problemi di natura emotiva.

Come si svolge la diagnosi di dislessia

La diagnosi di DSA viene eseguita da un’equipe multidisciplinare che prevede la partecipazione di diverse figure professionali. L’equipe di neuropsichiatria del poliambulatorio dell’Ospedale Maria Luigia è composta dal neuropsichiatra infantile, dallo psicologo dell’età evolutiva e dal logopedista. L’iter diagnostico prevede:

Colloquio di anamnesi

Viene svolto con i genitori un colloquio anamnestico volto a valutare le tappe di sviluppo psicomotorio e linguistico del bambino ed eventuali problematiche cliniche che possono influenzare gli apprendimenti scolastici.

In questa sede vengono inoltre indagate con la famiglia le difficoltà scolastiche del bambino. Si condivide in questa fase iniziale con la famiglia il progetto di valutazione (tempi, modalità ed eventuali accertamenti medici necessari al completamento diagnostico).

Valutazione

Vengono proposti al bambino dei test per valutare il profilo neuropsicologico. Bambini con dislessia hanno infatti un’intelligenza nella norma. Durante la valutazione vengono approfondite le funzioni esecutive (per esempio memoria di lavoro, attenzione, organizzazione visuo-spaziale) e le abilità motorie per definire il quadro clinico.

Viene inoltre svolta una diagnosi differenziale per escludere altre situazioni che possono spiegare la difficoltà scolastica. Vengono poi sottoposti test specifici per valutare le abilità di lettura, di scrittura e di calcolo per individuare eventuali deficit specifici nelle diverse aree dell’apprendimento.

Colloquio di restituzione

Al termine della valutazione viene redatta una relazione conclusiva che si configura come “segnalazione scolastica” nel caso in cui sia stato individuato una dislessia. Questa fase rappresenta un momento molto importante per confrontarsi con la famiglia rispetto al funzionamento generale del bambino e per concordare eventuali strategie utili al successo scolastico. Queste ultime andranno riportate nel “piano didattico personalizzato” (PDP), che rappresenta il patto tra la scuola e la famiglia, come indicato dalla legge 170/2010.

La famiglia diventa a questo punto protagonista nel rapporto con la scuola e si può avvalere del supporto dell’equipe multidisciplinare per un confronto attivo con la scuola al fine di individuare i contenuti della didattica personalizzata. L’equipe multidisciplinare seguirà la famiglia per aggiornare la diagnosi ad ogni passaggio di grado scolastico ed in caso di modifiche nel profilo funzionale del soggetto.

Trattamento logopedico per la dislessia

In presenza di difficoltà scolastiche nei primi anni di scuola non è ancora possibile fare una diagnosi di dislessia (cioè durante la frequenza della  classe prima e seconda. Le linee guida indicano la necessità di provvedere tempestivamente ad un trattamento di potenziamento delle fragilità emerse nell’apprendimento scolastico. Il logopedista concorda con la famiglia un ciclo di trattamento ambulatoriale, dopo il quale si rivalutano gli apprendimenti.

Il trattamento logopedico ha lo scopo di potenziare nel bambino l’efficienza nelle abilità di lettura, di scrittura e calcolo.  Ogni trattamento è personalizzato e impostato sulle specifiche difficoltà del bambino: ad esempio in caso di dislessia verranno aumentati i parametri di velocità e correttezza della lettura. Il trattamento logopedico proposto dalla nostra equipe prevede cicli di incontri bisettimanali, rinnovabili fino al raggiungimento degli obiettivi condivisi nelle prime fasi dell’impostazione del piano di trattamento. Fondamentale è il ruolo della famiglia, che rinforza a casa i progressi del bambino tramite esercizi assegnati dal logopedista alla fine di ogni seduta di trattamento.

Per maggiori informazioni visita la pagina dell’ambulatorio di neuropsichiatria per i DSA e DSL.

A cura della dott.ssa Antonella Ciriaco

Bibliografia