Il disturbo borderline di personalità (BPD) è una patologia psichiatrica che incide sul modo in cui una persona pensa e si relaziona con sé stessa e con gli altri, provocando difficoltà nel funzionamento quotidiano. I sintomi principali includono problemi nella regolazione delle emozioni, instabilità nell’immagine di sé e nelle relazioni interpersonali, e paura intensa dell’abbandono o del rifiuto. Questo articolo analizza il significato clinico della paura dell’abbandono nel BPD, le possibili cause, le conseguenze e le implicazioni per il trattamento.
Cos’è la paura dell’abbandono?
La paura dell’abbandono consiste nel timore di perdere una persona importante o di essere esclusi da un gruppo sociale.
Quest’emozione è normale e fa parte dello sviluppo umano, avendo una funzione adattiva poiché favorisce l’attaccamento e la coesione con gli altri. Tuttavia, in alcune persone, la paura dell’abbandono diventa eccessiva, irrazionale e persistente, interferendo con la qualità della vita e delle relazioni.
Questo è il caso delle persone affette da disturbo borderline di personalità, che tendono a percepire l’abbandono come una minaccia insostenibile e reagiscono con comportamenti disfunzionali per evitarlo o contrastarlo.
La centralità della paura dell’abbandono nel BPD
La paura dell’abbandono non è un sintomo esclusivo del BPD, ma può essere riscontrato anche in altri disturbi come l‘ansia sociale, la depressione e i disturbi di personalità evitante e dipendente. In questi casi, la persona ha una maggiore sensibilità al rifiuto e tende ad evitare o dipendere dalle relazioni per timore di essere abbandonata.
Tuttavia, la paura dell’abbandono è considerata un sintomo centrale del BPD, poiché è alla base di molte delle difficoltà che le persone con questo disturbo incontrano nella gestione delle emozioni.
Ad esempio, la paura dell’abbandono può portare a reagire impulsivamente o con comportamenti autolesionisti, a non controllare la rabbia, a perdere il senso della propria identità e a non avere chiarezza sui propri sentimenti.
Cause della paura dell’abbandono nel BPD
Non esiste una causa unica e definitiva della paura dell’abbandono nel disturbo borderline di personalità, ma piuttosto una combinazione di fattori biologici, psicologici e sociali che possono aumentare il rischio di sviluppare questo disturbo.
Fattori biologici
Tra i fattori biologici, si ipotizza che le persone con BPD mostrino delle differenze anatomo-funzionali diverse che li rendono più sensibili al rifiuto. Si è infatti osservato che persone con un disturbo borderline di personalità hanno una minore produzione di ossitocina, un ormone coinvolto nella regolazione dello stress e nell’attaccamento affettivo.
Inoltre, è stata osservata una maggiore attivazione dell’amigdala (responsabile di emozioni negative come rabbia e ansia) e minore attività della corteccia prefrontale (che modula le emozioni positive e negative e che controlla i comportamenti impulsivi) di fronte a stimoli sociali.
Fattori psicologici e sociali
Tra i fattori psicologici, si ritiene che la paura dell’abbandono sia legata a esperienze precoci di attaccamento insicuro con i caregiver. Queste esperienze possono compromettere lo sviluppo di una percezione stabile e positiva di sé e degli altri, e di una capacità di mentalizzare, cioè di comprendere i propri e altrui stati mentali.
La teoria dell’attaccamento, proposta da John Bowlby, sostiene che tutti i neonati hanno un istinto a formare un attaccamento con i caregiver (genitori o figure di riferimento), che modellano le loro percezioni riguardo alla sicurezza e all’amabilità. Lavori successivi hanno raffinato gli stili di attaccamento insicuro; due di questi (ansioso-ambivalente e disorganizzato-disorientato) sono prevalenti nelle persone con diagnosi di BPD e considerati integranti della loro presentazione clinica.
Tra i fattori sociali, si considerano rilevanti gli eventi traumatici o stressanti che possono aver provocato sensazioni di abbandono o rifiuto nella vita della persona, come l’abuso fisico o emotivo, la separazione o il divorzio dei genitori, il bullismo o il mobbing.
Trattamenti per la paura dell’abbandono nel BPD
La paura dell’abbandono è uno dei sintomi più complessi da affrontare per le persone con disturbo borderline di personalità (BPD). Esistono diversi tipi di trattamenti psicologici per il BPD, che si basano su teorie e tecniche diverse.
Tra i trattamenti basati sull’evidenza per il BPD, quelli che hanno ricevuto più attenzione e supporto sono:
- La terapia dialettico-comportamentale (DBT), sviluppata da Marsha Linehan. Questa terapia combina elementi della terapia cognitivo-comportamentale con elementi della filosofia zen, come l’accettazione, la consapevolezza e le abilità di mindfulness. La DBT ha come obiettivo principale aiutare le persone con disturbo borderline a regolare le proprie emozioni, a tollerare il disagio, a migliorare le proprie abilità interpersonali e a ridurre i comportamenti autolesivi o suicidari. La DBT prevede sia sedute individuali che di gruppo, in cui si insegnano e si esercitano le abilità necessarie per raggiungere questi obiettivi.
- La terapia basata sulla mentalizzazione (MBT), sviluppata da Peter Fonagy e Anthony Bateman. Questa terapia si basa sul concetto di mentalizzazione, cioè la capacità di comprendere i propri e altrui stati mentali (pensieri, sentimenti, intenzioni, desideri) e di usarli per guidare il proprio comportamento. La MBT ha come obiettivo principale aiutare le persone con BPD a sviluppare una maggiore mentalizzazione, soprattutto nelle situazioni emotivamente intense o stressanti, in cui tendono a perderla. La MBT prevede sia sedute individuali che di gruppo, in cui si favorisce un clima di curiosità, apertura e comprensione reciproca.
- La Schema Therapy (ST), sviluppata da Jeffrey Young. Questa terapia si basa sul concetto di schema, cioè una struttura cognitiva ed emotiva che si forma nell’infanzia in base alle esperienze con i caregiver e che influenza il modo di percepire se stessi, gli altri e il mondo. La ST ha come obiettivo principale aiutare le persone con BPD a identificare e modificare gli schemi disfunzionali che causano la loro sofferenza e i loro problemi relazionali. La ST prevede sia sedute individuali che di gruppo, in cui si usano tecniche cognitive, emotive ed esperienziali per cambiare gli schemi.
- La terapia focalizzata sul transfert (TFT), sviluppata da Otto Kernberg. Questa terapia si basa sul concetto di transfert, cioè il modo in cui il paziente trasferisce sul terapeuta le sue emozioni e aspettative che ha nei confronti di persone significative della sua vita, soprattutto i genitori. La TFT ha come obiettivo principale aiutare il paziente a integrare le rappresentazioni scisse di sé e degli altri, che sono alla base della sua instabilità e dei suoi conflitti interni ed esterni. La TFT prevede solo sedute individuali, in cui il terapeuta interpreta e analizza il transfert che si crea nella relazione con il paziente, cercando di favorire una maggiore coerenza e maturità nella sua personalità.
In conclusione, la paura dell’abbandono è un sintomo centrale del disturbo borderline di personalità e può avere origini biologiche, psicologiche e sociali. Esistono diverse terapie efficaci per affrontare la paura dell’abbandono nel BPD, che mirano a migliorare la regolazione delle emozioni, la mentalizzazione, la comprensione degli schemi e il rapporto con il transfert. La scelta del trattamento più adatto dipenderà dalle specifiche esigenze e preferenze del paziente e dalla competenza del terapeuta.