DISTURBO BIPOLARE. LA DIAGNOSI DEL DSM-5

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Il disturbo bipolare o bipolarismo è un disturbo dell’umore caratterizzato dall’alternanza di stati d’umore eccessivamente alto (mania) e patologicamente basso (depressione). Nel DSM-5 è presente un capitolo specifico per i disturbi bipolari e comprende il disturbo bipolare I, il disturbo bipolare II e la ciclotimia. Nel DSM-5 il capitolo dei disturbi bipolari è tra il capitolo dei disturbi depressivi e quello dei disturbi dello spettro psicotico.

Diagnosi del disturbo bipolare

Il disturbo bipolare è una patologia psichiatrica complessa e uno dei disturbi psichiatrici più invalidanti se non adeguatamente curato. La caratteristica peculiare dei disturbi bipolari è l’alternanza di stati d’umore opposti nel corso del tempo. Depressione e mania si alternano infatti nel corso della vita dell’individuo.

Le diagnosi principali del capitolo dei disturbi bipolari sono:

  • il disturbo bipolare di tipo I,
  • il disturbo bipolare di tipo II,
  • la ciclotimia
  • il disturbo bipolare indotto da sostanze.

Per poter fare diagnosi di disturbo bipolare il DSM-5 definisce dei criteri specifici.

Disturbo bipolare I

Per la diagnosi di disturbo bipolare di tipo I è sufficiente la presenza di almeno un episodio maniacale. L’eventuale presenza di episodi depressivi (precendenti o susseguenti l’episodio maniacale) nonostante non sia necessaria per la diagnosi è altamente probabile. Lo stesso DSM-5 chiarisce che la stragrande maggioranza di pazienti che sperimentano un episodio maniacale vivono, nell’arco della loro vita, episodi depressivi maggiori.

In genere comunque gli episodi maniacali sono preceduti e seguiti da episodi depressivi o da episodi ipomaniacali.

Episodio maniacale e ipomaniacale nel DSM-5

Il DSM-5 definisce un episodio maniacale come un periodo di tempo di almeno 7 giorni nel quale si osserva un tono dell’umore eccessivamente elevato, espanso, eccitato o irritabile e un conseguente aumento anormale ed eccessivo delle normali attività quotidiane.

L’episodio maniacale si caratterizza inoltre per una serie di sintomi tra cui:

  • Elevata autostima e senso di grandiosità
  • Riduzione del bisogno di dormire
  • Logorrea
  • Accellerazione del pensiero e fuga delle idee
  • Elevata distraibilità
  • Aumento delle attività quotidiane (ad esempio aumento del tempo lavorato o delle ore di studio) o agitazione psicomotoria
  • Partecipazione ad attività rischiose (folli spese eccessive, rischiosi investimenti di capitale)

La presenza di almeno tre di questi sintomi consente di poter fare diagnosi di episodio maniacale. Se inoltre l’intensità dei sintomi è tale da richiedere il ricovero ospedaliero, il criterio dei 7 giorni non è più necessario.

L’episodio ipomaniacale invece si differenzia dall’episodio maniacale in quanto deve durare almeno 4 giorni e le condizioni cliniche non rendono necessario un ricovero.

Disturbo bipolare II

Il DSM-5 stabilisce che per poter fare diagnosi di disturbo bipolare di tipo 2 siano necessari almeno un episodio di depressione maggiore (recente o passato) e almeno un episodio ipomaniacale (recente o passato).

Il disturbo depressivo maggiore deve durare almeno due settimane mentre l’episodio ipomaniacale almeno 4 giorni. La presenza anche solo di un episodio maniacale nel corso dell’intero arco di vita impedisce di formulare la diagnosi di disturbo bipolare II e definisce invece la diagnosi di disturbo bipolare I.

Depressione e disturbo bipolare

Sia nel disturbo bipolare I che nel disturbo bipolare II i momenti di elevazione del tono dell’umore si alternano ad episodi depressivi che spesso sono molto pesanti e invalidanti. Spesso la fase depressiva del disturbo bipolare è particolarmente pesante e può durare a lungo.

I criteri del DSM-5 per diagnosticare una fase depressiva in un disturbo bipolare sono sovrapponibili a quelli del disturbo depressivo maggiore. E’ soprattutto durante le fasi depressive che pazienti con disturbo bipolare II vengono diagnosticati. Durante le fasi ipomaniacali infatti, caratterizzate da scarsa o assente consapevolezza di malattia, il paziente tende a non richiedere aiuto.

Disturbo Ciclotimico e DSM-5

Il disturbo ciclotico, detto anche ciclotimia,  fa parte dei disturbi bipolari ed è caratterizzato da frequenti alterazioni del tono dell’umore (per almeno due anni) che però non raggiungano l’intensità dei sintomi del disturbo bipolare II. Il DSM-5 stabilisce che, per poter fare diagnosi di disturbo ciclotimico, è necessario che il soggetto, nel corso della sua vita, non abbia mai soddisfatto i criteri per l’episodio depressivo maggiore, per l’ipomania o per la mania.

Per maggiori informazioni sul disturbo bipolare e possibile leggere il nostro articolo: Disturbo bipolare. Sintomi, cura e fattori di rischio.

Oppure la nostra intervista alla dott.ssa Francesca Zurlini: La cura del disturbo bipolare.

Fonti

  • Diagnostic and Statistical Manual of Mental Disorder (DSM-5) (© Raffaello Cortina Editore su Licenza di American Psychiatric Association)
  • Diagnosing Mania in the Age of DSM-5 (Calabrese J.R., 2017)