PSICOPATOLOGIA DELLA VITA QUOTIDIANA – INTERVISTA ALLA DOTT.SSA SPOTTI

psicopatologia della vita quotidiana

In questo articolo trovate l’intervista della dott.ssa Spotti sul libro “Psicopatologia della vita quotidiana” di Sigmund Freud, un testo importante nella tradizione psicoanalitica. Ne parlano Alberto Grossi ai microfoni di Mindset e la dott.ssa Sonia Spotti, medico psichiatra all’Ospedale Maria Luigia. 

Psicopatologia della vita quotidiana

“Buongiorno a tutti e ben ritrovati qui a Mindset, il programma che va in onda dall’Ospedale Mario Luigia di Monticelli Terme e che approfondisce alcuni temi legati alla psicologia, alla psichiatria. Oggi abbiamo ospite, è tornata a trovarci, la ringrazio, la dottoressa Sonia Spotti. con cui vorrei parlare di un testo scritto da Sigmund Freud che si chiamava Psicopatologia della vita quotidiana.”

Come mai questo libro scritto più di cento anni fa è così importante ancora ad oggi per la psicologia?

“La Psicopatologia della vita quotidiana esce nel 1901 e, insieme all´interpretazione dei sogni che è del 1899 apre una finestra sul mondo psichico, per cui Freud attraverso la propria personale autoanalisi, determina quelle che sono le caratteristiche di quella parte che noi non riusciamo a raggiungere con la coscienza che viene definita inconscio.”

La seconda topica freudiana

“Piccola premessa. Freud fa una distinzione tra tre istanze che caratterizzano la nostra vita psichica: Io, ES e SuperIo.”

“L´Io è l´Io corporeo ma anche quello che si interfaccia con il mondo esterno. L´ES è la parte inconscia che emerge solo una volta che abbiamo allentato tutti i nostri sistemi di difesa e vedremo poi anche come come può accadere e il SuperIo è invece quell´istanza normativa che è una specie di giudice introiettato per cui ci limita nell’espressione delle nostre pulsioni quindi dei nostri desideri degli affetti degli istinti inconsci.”

“Il SuperIo è l´Istanza che io raffiguro proprio come un giudice che dice “tu non farai!”. Però l´inconscio trova sempre delle vie per sfuggire al controllo del SuperIo. Quindi alla base di tutte quelle che sono le teorie freudiane, ma poi anche dello sviluppo degli studi sulla psiche, ci sono questi due importantissimi testi (la Psicopatologia della vita quotidiana e l’interpretazione dei sogni, ndr).”

Lapsus e dimenticanze

“Nel testo Psicopatologia della vita quotidiana Freud che cosa scrive? Partendo dalla propria autoanalisi lui va ad analizzare, ad esempio, tutte quelle che sono le dimenticanze di nomi, di frasi, di parole straniere, lapsus che sono una cosa di cui tutti noi abbiamo un´esperienza quotidiana.”

“Partiamo da un presupposto, cioè che i sintomi e i comportamenti sono generati e determinati da processi inconsci che possono venire facilitati ad esprimersi oppure censurati sulla base della sofferenza o del rischio di stare male legato all´espressione di questi conflitti. Lo vedremo meglio.

Nella psicopatologia della vita quotidiana vengono presi in considerazione ad esempio i lapsus.

Il lapsus freudiano

“Il famoso lapsus freudiano! Il lapsus è, dal latino, uno scivolone, una caduta. Quindi si realizza tutte le volte che noi vorremmo dire una cosa o ne diciamo un’altra o vorremmo fare una cosa e ne facciamo un’altra.

Siamo portati ad attribuire al caso questo per cui ce l’ho sulla punta della lingua, dico una parola al posto di un’altra. In realtà è il nostro inconscio che ci fa fare un percorso.

Vi faccio un esempio per capire. Ricordo un aneddoto che è accaduto ormai molti anni or sono. Io ero una giovane specializzanda e il nuovo direttore della clinica aveva organizzato un congresso. Il vecchio direttore che stava andando in pensione fu chiamato a fare il saluto introduttivo e concluse il suo intervento dicendo bene adesso diamo l’addio ai lavori invece di dire diamo l’avvio.

Quindi possiamo interpretare in tanti modi però questo è un esempio. Cioè è chiaro che non è stato un errore intenzionale né un agito aggressivo intenzionale nei confronti degli astanti però vi assicuro che la platea di psichiatri qualche qualche cosuccia se l’è chiesta.

Quale interpretazione dei lapsus freudiani?

In realtà secondo Freud quando qualcuno ha un lapsus, magari parlando di un argomento che può essere anche del tutto neutro, per quanto riguarda i nostri moti interni; però in qualche maniera ci richiama qualche cosa o di sgradevole o di pericoloso. O comunque di non accettato, che rimane nel nostro cassettino inconscio, ma in quel momento lì salta fuori.

Facciamo un esempio, prendiamo la sbadataggine che è un altro dei tipi di atti mancati, quindi di paraprasie se vogliamo usare un termine tecnico, come ad esempio dimenticare le chiavi oppure usare le chiavi sbagliate per cercare di aprire una porta. Potrebbe significare che non vogliamo in realtà entrare lì anche se dobbiamo farlo.

Cosa sono i falsi ricordi?

Sono anche in questo caso delle “coperture”, in qualche modo, di ricordi che possono essere dolorosi. Quindi possono essere o un ricordare male o addirittura creare un ricordo fittizio che ci preserva da quello che è il vissuto comunque di disagio che quell´evento ci può aver creato anche se noi non lo registriamo a livello cosciente.

Nel suo libro Freud parla, dedica un capitolo al caso della superstizione. Come mai fra questo?

Per operare una distinzione tra quello che è l´atteggiamento di chi va incontro, come tutti noi, agli atti mancati, ai lapsus e a tutto quello che fa parte della psicopatologia della vita quotidiana e invece l´atteggiamento di chi, non riuscendo ad interpretare e a leggere quello che il suo inconscio gli presenta (anche sbrodolando dalle maglie delle censure), legge nel caso dell´esterno delle conferme alle proprie paure.