DROGHE LEGGERE E PROBLEMATICHE DA ABUSO

droghe leggere

Droghe leggere: con questo termine si intendono una varietà di sostanze psicoattive che tendenzialmente derivano dalla pianta della canapa e che possono prendere diversi nomi come cannabis, marijuana o hashish. Hanno assunto questo nome in quanto gli effetti psicoattivi, la possibile dipendenza e i danni alla salute erano stimati decisamente minori rispetto alle cosi dette droghe pesanti (eroina, cocaina etc.) Ma è vero che le “droghe leggere” sono così innocue? E’ vero che non danno dipendenza? Quali sono invece le problematiche da abuso di queste sostanze?

Ce ne parla il dott. Samuele Lambertino, medico responsabile del programma riabilitativo tossicologico dell’Ospedale Maria Luigia.

Droghe leggere

Purtroppo le droghe leggere oggi fanno sempre più parte della nostra quotidianità ed è una problematica che coinvolge ragazzi sempre più giovani. E’, infatti, molto facile che ragazzi che frequentano le scuole medie siano già entrati in contatto con coetanei che consumano droghe leggere, come marjuana o hashish. In genere, a questa età, il primo contatto con i cannabinoidi è a scopo ludico e ricreativo. Può servire come facilitatore sociale, riducendo la fatica dello stare in relazione tra coetanei o per limitare l’ansia da prestazione. In breve tempo però il consumo, soprattutto se prolungato nel tempo, diventa quasi necessario. Si instaura così una forma di dipendenza psicologica.

L’utilizzo di cannabis può diventare necessario per riuscire a divertirsi la sera o chiedere di uscire ad una ragazza. Nel medio lungo periodo si possono poi instaurare tutta una serie di sintomi psicologici negativi. Questi sintomi possono influenzare di molto la qualità di vita dei ragazzi.

Effetti delle droghe leggere

Gli effetti delle cosi dette droghe leggere sono da anni oggetto di numero ricerche da parte della comunità scientifica internazionale. Ci sono numerosi studi che dimostrano come l’utilizzo di cannabinoidi in età precoce favorisca lo sviluppo di alcune gravi malattie psichiatriche. In soggetti predisposti, l’abuso di cannabis può “slatentizzare”, per esempio, disturbi psicotici. Sono disturbi molto gravi caratterizzati dalla presenza di:

  • deliri
  • allucinazioni
  • disturbi comportamentali

E non mi dilungo volutamente sugli ormai documentati danni cerebrali a livello di nucleo accumbens o di amigdala. Centri coinvolti nella gestione delle emozioni nei fumatori cronici.

Droghe leggere e sindrome amotivazionale

Molto più frequenti e, a mio parere, estremamente preoccupanti sono i sintomi ascrivibili alla cosiddetta sindrome amotivazionale causata da cannabis. La sindrome amotivazionale è caratterizzata da un lento e progressivo disinteresse verso le relazioni sociali e la vita di tutti i giorni. Si perde il piacere nel fare le cose e la vita si riduce di stimoli e di interessi. Mi capita spesso di incontrare ragazzi che, a fronte di un uso continuato di cannabis, lamentano disinteresse verso le altre persone e la vita in generale. Non si tratta di un vero e proprio disturbo depressivo, ma ne condivide alcune caratteristiche. L’aspetto più rischioso della sindrome amotivazione è che si instaura lentamente.

I ragazzi non si accorgono di questo perché il calo dell’interesse e della motivazione è talmente lento da diventare impercettibile. Purtroppo manca una corretta informazione sul tema delle droghe soprattutto su quelle che chiamiamo erroneamente droghe “leggere” come marijuana o hashish.

La cannabis: droga leggera o pesante?

Non ha molto senso definire la cannabis una droga leggera perchè ciò che determina la “pesantezza” di una droga è la concentrazione di principio attivo. Nella cannabis il principale responsabile dell’effetto psicotropo è il THC (Tetraidrocannabinolo, ndr). Sono molto dispiaciuto, ed è un eufemismo, che tutti i giovani con cui parlo mi rispondano “non lo so” alla mia canonica domanda “che concentrazione di THC c’è nelle canne che fumi?”. Negli anni, attraverso incroci e sperimentazioni, si sono sviluppate piante di marijuana che contengono concentrazioni altissime di THC. Concentrazioni di gran lunga superiori rispetto a quelle che si trovavano negli anni ’70 (ad esempio la skunk).

Definire se la cannabis è una droga leggera o pesante è quindi impossibile se non andiamo ad analizzare la presenza di THC. C’è una teoria, a cavallo degli anni ’80 e ’90, chiamata “la teoria del 16%”, che afferma che concentrazioni di THC superiori al 16% siano dannose e provochino effetti negativi a medio e lungo termine. Al dì là delle singole percentuali, oggi abbiamo in circolazione hashish in cui la concentrazione di THC raggiunge il 60% , in alcuni olii addirittura il 90%. Tanti giovani che utilizzano cannabis non sanno più che cosa stanno fumando!

Questo è, dal mio punto di vista, l’aspetto più preoccupante di questa diffusione.

Legalizzazione delle droghe leggere

Per quel che riguarda la legalizzazione delle droghe leggere il tema è complesso e va trattato da un punto di vista scientifico. E’ ormai accertato il beneficio dell’utilizzo della cannabis a scopo terapeutico (es nella cura del glaucoma o della sclerosi multipla). Per quel che riguarda l’uso ricreazionale invece mi sento di affermare che, a livello politico, nessuno, da quello che leggo, solleva il problema della concentrazione di THC, che è invece il vero problema da affrontare. Quando sento parlare di liberalizzazione delle droghe leggere non le nascondo alcune perplessità. Legalizzare una sostanza, senza un effettivo controllo sulle concentrazioni, è un rischio che, da psichiatra, non mi sentirei di prendere.

Esistono tantissimi tipi di marjuana o hashish, con concentrazioni di THC molto diverse tra di loro. Le legalizziamo tutte? Anche quelle al 60%? Per me è una follia. Finché nella discussione non introduciamo seriamente il tema delle concentrazioni, non posso che essere sfavorevole. In caso contrario, qualora si introducesse in modo serio questo tema, sarei disposto a confrontarmi e sono aperto anche ad una possibile liberalizzazione delle droghe leggere. Ma ripeto, bisogna allargare la discussione e approfondire il tema.

Prevenire i danni delle droghe leggere

Ritengo che l’aspetto più importante da trattare quando si parla di droghe sia la prevenzione. Per prevenire eventuali danni nei giovani è necessaria una corretta informazione. Mi capita spesso di essere invitato da scuole a parlare dei problemi di droga ai giovani studenti. C’è molta disinformazione tra i ragazzi, falsi miti che si diffondono tra coetanei e che devono essere sfatati, soprattutto per quel che riguarda le droghe leggere. Quando mi capita di poter intervenire direttamente presso qualche scuola, mi preoccupo di spiegare quali sono gli aspetti più problematici. E’ importante illustrare gli effetti negativi delle droghe, soprattutto i disturbi psicologici nel medio e lungo termine. Ma non è sufficiente!

Credo sia importante formare gli stessi insegnanti a riconoscere i segnali di un eventuale abuso di sostanze. Sono loro i primi che devono diventare educatori-osservatori, imparare a cogliere i segnali d’allarme e poi intervenire. In taluni casi è necessario coinvolgere lo psicologo della scuola o altre risorse presenti nel territorio.

La riabilitazione nel reparto di tossicologia

All’interno del reparto di tossicologia dell’Ospedale Maria Luigia afferiscono pazienti da tutt’Italia, affetti da diversi tipi di dipendenza. Accogliamo pazienti con dipendenza da eroina, cocaina e cannabis e per ognuno è previsto un protocollo di trattamento disintossicante e di riabilitazione. Il percorso di ricovero dura circa un mese e i pazienti sono divisi in due reparti differenti. In un reparto, di recente ristrutturazione, sono ospitati pazienti con dipendenza da eroina o da cocaina iniettata per via endovenosa. In un secondo reparto sono accolti pazienti affetti da dipendenza da cocaina inalata e pazienti con dipendenza da cannabinoidi.

Tutti i pazienti sono seguiti individualmente da un medico psichiatra, da uno psicologo e da un riabilitatore psichiatrico. I pazienti partecipano ogni giorno a gruppi di psicoterapia basati sull’ACT, una delle terapie cognitivo comportamentali di terza generazione, che utilizza strumenti terapeutici come esercizi esperienziali ed esperienze di mindfulness. Dopo il ricovero e la disintossicazione è comunque imprescindibile proseguire il percorso di cura. Sia a livello farmacologico che psicoterapeutico è necessario proseguire il percorso a livello ambulatoriale.

dott. Samuele Lambertino – medico psichiatra

Droghe leggere e droghe pesanti

Per maggiori informazioni sul percorso di riabilitazione tossicologica dell’Ospedale Maria Luigia visita la nostra pagina sul reparto di doppia diagnosi

Droghe Leggere: Per approfondire il tema