GIOCO D’AZZARDO PATOLOGICO – INTERVISTA ALLA DOTT.SSA BIZZI

gioco d'azzardo patologico

Gioco d’azzardo patologico. In questa intervista parliamo di un tema molto d’attualità, grave e preoccupante al tempo stesso, parliamo di dipendenze da gioco d’azzardo. Il gioco d’azzardo viene identificato come tutti quei giochi in cui si giocano delle somme di denaro e in cui non c’è nessuna abilità da parte del giocatore, ma è semplicemente la fortuna, quella che determina appunto la vincita oppure la perdita di soldi. I più diffusi oggi sono appunto Videolotterie, Slot Machine, Videopoker, i Gratta e vinci, poi i tradizionali, Lotto, Superenalotto etc. Ovviamente c’è anche tutto il mondo online, tutte le scommesse che uno può fare in rete.

Dottoressa, quando il gioco diventa un problema?

Buongiorno a tutti, il gioco d’azzardo è un nuovo problema che si presenta alla nostra osservazione, nel senso che sempre più frequentemente accedono anche alla nostra struttura pazienti che presentano problematiche legate al gioco.

Arrivano alla nostra struttura generalmente in una condizione di depressione, ansia, talvolta hanno tentato il suicidio proprio perché si sono create delle condizioni estremamente gravi di indebitamento, il più delle volte che hanno condotto poi a gravi conseguenze anche nell’ambito familiare.

Il gioco d’azzardo patologico è una dipendenza

Noi ci occupiamo di questi pazienti perché comunque il gioco d’azzardo patologico è entrato, nell’ultimo manuale diagnostico (DSM-5, ndr) che noi utilizziamo, tra i disturbi da dipendenza.

Viene classificato insieme ad altri disturbi da dipendenza come l’alcolismo di cui abbiamo parlato, l’abuso di sostanze proprio perché c’è una base neurofisiobiologica che accomuna questo tipo di disturbi.

Noi abbiamo un approccio nei confronti del disturbo da gioco d’azzardo patologico analogo a quello che abbiamo nell’altro tipo di disturbi da dipendenza.

Il giocatore d’azzardo è consapevole del problema?

Ecco questa è sempre una questione controversa, nel senso che soprattutto all’inizio il giocatore patologico ha false credenze, ha un pensiero, se vogliamo dire, magico. Il giocatore si lega tutta una serie di false convinzioni che lo inducono a pensare che lui è capace di gestire la sua fortuna.

Quindi è convinto di controllare la macchina, controllare la fortuna. E quindi questo atteggiamento e questo pensiero sono alla base del suo disturbo. Il giocatore patologico soprattutto si accorge di avere un problema, se se ne accorge, quando ormai la situazione economica è compromessa o parzialmente compromessa.

Come sono i pazienti quando entrano in reparto?

Alla nostra osservazione arrivano pazienti che sono già consapevoli perché hanno attraversato momenti molto critici. Nel percorso invece antecedente tutti sono convinti di essere in grado di gestire la situazione.

Ad esempio noi abbiamo avuto ricoverata una signora nel recente passato, arrivata da noi inviata da colleghi in quanto era reduce da un tentativo di suicidio, quindi una condizione di gravissimo malessere, a seguito della perdita di un appartamento.

Questa signora aveva perso l’appartamento giocando d’azzardo. Nel momento in cui ho cercato di confrontarla un po’ con questa situazione lei, nonostante tutto, minimizzava il problema. Diceva che in fondo l’appartamento era suo e quindi per lei non era così grave la situazione.

Quali sono le conseguenze a livello familiare?

Io credo che, come tutti i disturbi da dipendenza, anche quello da gioco ha una grave ricaduta sulla famiglia, nello specifico proprio perché incide anche su quello che è l’andamento della quotidianità familiare, nella gestione della vita e di quello che può essere il bilancio familiare.

Questo ovviamente crea grosse conflittualità all’interno dei nuclei familiari con una serie di tristi situazioni. Anche recentemente abbiamo avuto una situazione molto grave in cui un padre di famiglia si era indebitato a tal punto da dover allontanare il nucleo familiare, perché la situazione era diventata troppo critica.

Quali sono i segnali e cosa possono fare i familiari?

Per quanto riguarda la famiglia credo che i segnali principali riguardino proprio la quotidianità familiare. Infatti mano a mano che si va avanti nella patologia del gioco d’azzardo si disattendono quegli obblighi familiari che sono propri della quotidianità.

Non a caso esistono sportelli specifici per questo tipo di problemi dove appunto il soggetto viene accolto insieme a un membro della famiglia.

Come si può prevenire il gioco d’azzardo patologico?

Per quanto riguarda la prevenzione primaria credo che non siamo noi psichiatri, o comunque noi addetti ai lavori, che possiamo farla. É necessario un cambiamento forse della politica economica, sociale e di costume.

Anche perché su un fronte abbiamo la necessità di circoscrivere questo problema, sull’altro fronte ogni giorno anche sulla TV nazionale compare la possibilità di facili guadagni, quindi diventa molto difficile.

Per fortuna c’è anche qualche buona notizia, negli ultimi anni alcuni comuni italiani si sono dichiarati slot free e quindi stanno cercando o di limitare al massimo o anche di fare sì che gli nei bar rimuovano o comunque limitino in qualche modo la diffusione delle macchine da gioco.

Quali sono i giochi più pericolosi e usati da un giocatore patologico?

Noi facciamo una stima e valutiamo che i giochi più giocati sono quelli che danno un immediato guadagno, di conseguenza noi vediamo come ci sia grande diffusione delle slot, le videolottery, i gratta e vinci che sono i tre principali responsabili di danni.

In seconda istanza vediamo invece quelli che possono essere i casinò, il gioco delle carte e alla fine le lotterie quelle più, quelle immediate, non quelle ovviamente a lungo termine.

Anche perché quello che desidera il giocatore patologico è avere una risposta immediata e questo determina un meccanismo psicofisiologico compulsivo che è quello che porta avanti il gioco e sostiene il disturbo.

Per approfondimenti:

Christensen, D. R., Witcher, C. S. G., Leighton, T., Hudson-Breen, R., & Ofori-Dei, S. (2018). Piloting the addition of contingency management to best practice counselling as an adjunct treatment for rural and remote disordered gamblers: study protocol. BMJ Open, 8(4), e018804. https://doi.org/10.1136/bmjopen-2017-018804
Chowdhury, N. S., Livesey, E. J., Blaszczynski, A., & Harris, J. A. (2018). Variations in response control within at-risk gamblers and non-gambling controls explained by GABAergic inhibition in the motor cortex. Cortex, 103, 153–163. https://doi.org/10.1016/j.cortex.2018.03.004
Sirola, A., Kaakinen, M., & Oksanen, A. (2018). Excessive Gambling and Online Gambling Communities. Journal of Gambling Studies, 1–13. https://doi.org/10.1007/s10899-018-9772-0
Pavarin, R., Fioritti, A., Marani, S., Gambini, D., Turino, E., & Piazza, A. (2018). Who Are the Subjects with Gambling-Related Problems Requiring Treatment? A Study in Northern Italy. Journal of Clinical Medicine, 7(4), 80. https://doi.org/10.3390/jcm7040080
Sancho, M., de Gracia, M., Rodríguez, R. C., Mallorquí-Bagué, N., Sánchez-González, J., Trujols, J., Sánchez, I., Jiménez-Murcia, S., & Menchón, J. M. (2018). Mindfulness-Based Interventions for the Treatment of Substance and Behavioral Addictions: A Systematic Review. Frontiers in Psychiatry, 9(March), 95. https://doi.org/10.3389/fpsyt.2018.00095