Il disturbo da sintomi somatici è un disturbo psichiatrico inserito ufficialmente nella penultima edizione del manuale statistico e diagnostico dei disturbi mentali (DSM-5, 2013). Fa parte del capitolo dei “sintomi somatici e disturbi correlati”, precedentemente chiamato “disturbi somatoformi”. La caratteristica principale del disturbo da sintomi somatici è la presenza di sintomi fisici veri o fittizi, che generano una preoccupazione eccessiva per la propria salute, una preoccupazione costante ed immotivata. La diagnosi di disturbo da sintomi somatici ha sostituito, insieme alla diagnosi di disturbo d’ansia da malattia, la precedente diagnosi di ipocondria del DSM-IV-TR.
Il disturbo da sintomi somatici è un disturbo psichiatrico caratterizzato dalla presenza di sintomi fisici spiacevoli che portano il paziente a credere, erroneamente, di avere contratto una grave malattia. I sintomi fisici lamentati sono in genere di lieve entità (tra cui mal di testa, dolori a stomaco o intestino, stanchezza, diarrea etc.) e spesso si manifestazione con una sensazione di dolore non ben localizzata.
I sintomi psicologici sono invece una grande preoccupazione e ansietà, esagerata rispetto alla gravità dei sintomi, e accompagnata da un polarizzazione del pensiero sulle preoccupazioni somatiche.
Nella maggior parte dei casi l’eccessiva preoccupazione per la propria salute fisica si manifesta con continue e frequenti visite specialistiche ed esami diagnostici a cui la persona si sottopone. Nonostante le continue rassicurazioni da parte dei medici comunque, la preoccupazione di aver contratto una grave malattia permane, mantenendo il soggetto in uno stato di costante apprensione.
Chi soffre di disturbo da sintomi somatici investe molte energie alla ricerca di rassicurazioni o informazioni di natura medico-internistica (ad es. ricercando le possibili cause dei propri sintomi su internet), e solo dopo molto tempo giunge all’osservazione di un medico psichiatra. Il disturbo può presentarsi in comorbilità con altri disturbi psichiatrici come disturbi d’ansia e disturbi depressivi, o anche disturbi di personalità.
Recenti studi (Kurlansik et al., 2016) hanno stimato che, nella popolazione generale, il 5-7% soffra di disturbo da sintomi somatici. Il disturbo può esordire durante l’infanzia, nell’adolescenza o anche in età adulta. Anche se la maggioranza sviluppa il disturbo prima dei trent’anni.
Nonostante il disturbo possa manifestarsi anche nei bambini, in genere le preoccupazioni per la salute si manifestano non prima dell’adolescenza. Secondo l’American Psychiatric Association, in soggetti anziani il disturbo da sintomi somatici potrebbe essere sotto-diagnosticato.
La maggioranza dei pazienti con disturbo da sintomi somatici lamenta diversi sintomi fisici, in genere di lieve entità tra cui, i più comuni, sono:
I sintomi somatici si presentano, in genere, combinati tra loro e possono modificarsi nel corso del tempo. In alcuni casi invece è presente un unico sintomo, in genere un dolore localizzato. I pazienti possono attraversare periodi di remissione, durante i quali non è presente alcun sintomo fisico. Tali periodi però tendono ad essere brevi e non duraturi.
L‘aspetto centrale del disturbo da sintomi somatici non riguarda però la presenza di questi sintomi fisici, quanto piuttosto la convinzione erronea che questi siano manifestazione di una grave malattia.
A livello psicologico i sintomi del disturbo da sintomi somatici riguardano sia aspetti cognitivi (pensiero di avere una grave malattia), che emotivi (paure e ansia), percettivi (sensazioni di dolore senza apparente causa medica) e comportamentali (richiesta di rassicurazioni, visite specialistiche frequenti etc.).
I sintomi del disturbo da sintomi somatici tipicamente sono:
La preoccupazione per i sintomi sperimentati è spesso totalizzante e il soggetto può non riuscire a pensare o parlare di altro. Le rassicurazioni, ricercate attraverso il consulto di diversi medici specialisti interpellati, non riescono a modificare (se non per un breve periodo) la convinzione di essere malati.
La presenza di numeri sintomi e la loro intensità definisce la gravità del disturbo. La qualità di vita della persona affetta da disturbo da sintomi somatici tendenzialmente peggiora; tutte le sfere della vita (personale, relazionale e lavorativa) possono essere colpite e danneggiate dal disturbo.
Le cause del disturbo da sintomi somatici non sono ancora chiare e definite. Come per tutti i disturbi psichiatrici infatti, la complessa relazione tra fattori di rischio (ambientali, genetici etc.) e gli eventi di vita avversi rende complesso definire una unica causa, piuttosto si parla di eziologia (causa) multifattoriale. Tra le cause che possono quindi favorire (ma non determinare) la comparsa del disturbo troviamo:
L’esordio del disturbo da sintomi somatici può manifestarsi a seguito di un evento traumatico (ad es. la morte di un familiare). In altri casi invece sembra emergere senza un apparente fattore scatenante.
La stretta relazione tra sintomi fisici e problematiche psichiche risale agli albori della medicina. Già Ippocrate (IV secolo A.C.) descrisse l’ipocondria come un disturbo caratterizzato da disturbi delle funzioni digestive uniti a malinconia e paura di morire.
Da allora, col progredire della medicina, e con lo sviluppo della psichiatria si è sempre più consolidata l’idea che i sintomi somatici senza alcuna causa biologica siano manifestazioni corporee di una sofferenza emotiva e psicologica più profonda (Rosendal et al., 2013).
Il disturbo da sintomi somatici è stato inserito nel DSM-5 e ha sostituito, insieme al disturbo d’ansia da malattia, la precedente diagnosi di ipocondria del DSM-IV-TR.
Secondo il DSM-5 per poter fare diagnosi di disturbo da sintomi somatici è necessaria:
Il disturbo da sintomi somatici può manifestarsi anche in concomitanza con una malattia organica vera e propria. In questi casi la reazione psicologica all’evento è considerata eccessiva e sproporzionata rispetto alla gravità del disturbo.
La cura per il disturbo da sintomi somatici può prevedere diverse strategie di intervento combinate insieme. Ed è definita dal livello di gravità del disturbo. A seconda dei casi è possibile combinare interventi psicoeducativi e riabilitativi, di psicoterapia e interventi psicofarmacologici.
Ad oggi le terapie con il maggior numero di evidenze scientifiche sono quelle ad approccio cognitivo-comportamentale ed agiscono a diversi livelli. Da un punto di vista comportamentale si invita il paziente a:
Esistono diverse terapie cognitivo-comportamentali che diffiscono tra loro per strumenti e approcci teorici di riferimento. Ci sono gli sviluppi delle psicoterapie cognitivo comportamentali classiche che integrano aspetti di approcci differenti, e le psicoterapie della terza onda, tra cui una delle più diffuso è l’Acceptance and Commitment Therapy.
L’attività psicoterapeutica e riabilitativa può essere associata ad un trattamento psicofarmacologico. In generale, la classe di farmaci più utilizzati in questi casi è quella degli antidepressivi (in particolare SSRI e triciclici) che possono essere associati, in alcune fasi, ad ansiolitici.
Sarà comunque lo psichiatra di fiducia a consigliare l’approccio terapeutico più indicato per ogni singolo paziente. Lo sviluppo di una buona relazione terapeutica con un medico è un elemento ancora più importante per chi soffre di disturbo da sintomi somatici.
Per questi pazienti infatti tornare a sviluppare fiducia nei confronti di un medico è, ancor più che in altri casi, parte fondamentale della terapia.
La cura del disturbo da sintomi somatici può essere erogata, in genere, in regime ambulatoriale. In casi più gravi, soprattutto con altri disturbi psichiatrici in comorbilità (ad es. un disturbo depressivo maggiore), e qualora le condizioni lo richiedono è il medico psichiatra che può suggerire un periodo di ricovero ospedaliero.
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