Nonostante i disturbi dell’alimentazione non possano essere ridotti a meri disturbi del rapporto con il corpo, viene ormai ampiamente riconosciuto ed accettato il ruolo svolto dalla alterata percezione , ovvero dall’ipervalutazione e dalla eccessiva preoccupazione per l’immagine corporea, ome un fattore cruciale nello sviluppo e nel mantenimento dei disturbi alimentari. Lo sforzo di clinici e ricercatori è perciò volto a perfezionare modelli di trattamento efficaci in quanto, come già Hilde Brunch nel 1962 sottolineava, “senza un cambiamento correttivo dell’immagine corporea” il miglioramento clinico sarebbe solamente temporaneo. Il mantenimento di un’alterazione nella percezione dell’immagine corporea anche dopo la remissione dei sintomi alimentari sarebbe predittiva di future recidive.
Valutazione preliminare di efficacia del Body Perception Treatment™ per il disturbo dell’immagine corporea in pazienti affetti da Anoressia Nervosa, Bulimia Nervosa, Binge Eating Disorder.
Il trattamento in oggetto (BPT) viene applicato con frequenza settimanale, in un setting di gruppo. La durata del trattamento è di 16 settimane. Esplicando la propria azione sia a livello dello schema corporeo che dell’immagine corporea, il protocollo di trattamento è suddiviso in due moduli differenti, consecutivi l’uno all’altro.
L’analisi dei dati e i casi clinici riportati mostrano l’efficacia del protocollo somministrato per 16 settimane.
– Focus : schema corporeo
– Tecnica applicata: rilassamento muscolare progressivo secondo Jacobson, modificato e integrato dal tecniche “contrattive e decontrattive” e di controllo della respirazione. Nel corso delle sedute, in relazione al grado di risposta dei pazienti, vengono gradualmente inserite “esperienze di eutonia” che avviano un iniziale rimodellamento dei diversi schemi corporei (posturale, tattile, cinestesico, etc.).
Pazienti affetti da anoressia nervosa:
Nei pazienti anoressici, ad inizio trattamento, si possono osservare fin dalle prime sedute alti livelli di ansia, con lineare e graduale riduzione della stessa durante le settimane di trattamento. Inoltre, sempre con andamento lineare, si assiste ad una graduale riduzione della dispercezione corporea. L’autorappresentazione grafica dei pazienti, nel corso delle sedute, si avvicina sempre più alla condizione reale.
In alcuni casi, ad inizio trattamento, con pazienti anoressici si può evidenziare una condizione definita “ansia zero”; tale condizione sembra essere transitoria e dopo alcune sedute di percezione corporea il grado di ansia aumenta ed il percorso diventa sovrapponibile a quello di altri pazienti con anoressia nervosa. La possibile interpretazione di questo sarà oggetto della sezione “discussione”.
Pazienti affetti da bulimia nervosa:
Nei pazienti affetti da bulimia nervosa si osserva un graduale miglioramento della dispercezione, per quanto non sovrapponibile a quello dei pazienti anoressici. Il miglioramento nella dispercezione e i correlati ansiosi legati alla percezione di sè risulta altalenante. I livelli di ansia durante l’esercizio di percezione corporea calano gradualmente ma con fluttuazioni; così pure la dispercezione, misurata attraverso la scheda di automonitoraggio, migliora ma non in modo lineare.
Pazienti affetti da Binge Eating Disorder
Anche nei pazienti affetti da Binge Eating Disorder ad inizio trattamento si assiste ad una dispercezione corporea. I pazienti tendono a percepirsi più magri e il corpo rappresentato graficamente è più snello di quello che è nella realtà. Durante le sedute il livello di ansia di questa tipologia di pazienti si mantiene generalmente basso anche se varia la percezione delle forme del proprio corpo, che si avvicinano sempre più ad una rappresentazione reale.
Dall’analisi qualitativa dei dati in nostro possesso possiamo ipotizzare che il protocollo “BPT™ determini per tutte le tipologie di pazienti trattati dei miglioramenti. I risultati ottenuti sembrano essere influenzati da una serie di variabili.
Alcuni pazienti affetti da anoressia, nel corso delle prime sedute, sembrano non essere in grado di percepire il proprio corpo. Probabilmente a causa di lunghi periodi di evitamento della percezione corporea il rapporto con il proprio corposi è talmente alterato da rendere pressoché “impossibile” anche le minime esperienze di eutonia e di percezione ( “ansia 0” riportata da alcuni pazienti). Col proseguire del trattamento, questi stessi pazienti ritornano a percepire il proprio corpo, anche se in modo ancora distorto, attivando un rapido aumento dell’ansia.
Nei pazienti affetti da anoressia, la riduzione della quota ansiosa si associa ad una percezione del proprio corpo sempre più reale. In taluni casi si è potuto assistere ad una riduzione sensibile dell’ansia, con recupero di una corretta percezione delle forme del corpo , finalmente accettato, almeno nelle espressioni verbali registrate, nelle sue forme.
I pazienti bulimici mostrano un miglioramento nella percezione corporea ma l’andamento del percorso non mostra la linearità evidenziata nei percorsi dei pazienti anoressici. A tale proposito è possibile ipotizzare come la maggior prevalenza di comorbilità, specialmente con disturbi di personalità del cluster B, sembri influenzare l’andamento del trattamento. L’instabilità affettiva, relazionale e identitaria prototipica di questi pazienti sembra influenzare il percorso di cura rendendolo efficace ma con un miglioramento più lento.
I pazienti affetti da Binge Eating Disorder percepiscono il loro corpo più magro e snello di quanto non sia nella realtà. Nel corso del trattamento con “BPT” i livelli di ansia rimangono medio-bassi, ma si assiste ad una presa di coscienza delle reali forme del corpo con conseguente aumento della compliance al trattamento e maggior consapevolezza di malattia. Unitamente a questi risultati, i pazienti BED al termine del trattamento verbalizzano una maggiore accettazione del proprio corpo.
Nonostante questo studio sia condizionato da alcuni bias metodologici (es. mancanza di test quantitativi, mancanza di gruppo di controllo, impossibilità a variare le tempistiche di trattamento) i dati in nostro possesso ci consentono prudentemente di affermare che il BPT risulti efficace nel trattamento del disturbo dell’immagine corporea sia in pazienti affetti da AN, che BN e BED.
Nei pazienti affetti AN si assiste ad una graduale riduzione dei meccanismi di evitamento, ad una diminuzione dell’ansia nel percepirsi e ad un miglioramento nella rappresentazione grafica delle proprie forme corporee. Si ipotizza quindi in queste pazienti una ricostruzione adeguata dello schema corporeo e dell’immagine corporea. Nei pazienti affetti da BN si evidenzia una più marcata fluttuazione nella risposta al trattamento e ad una apparente minore efficacia.
Per quel che riguarda invece i pazienti affetti da BED si assiste, nel corso del trattamento, ad una riduzione della distorsione corporea con ripristino di modalità percettive più realistiche.
I risultati esposti sono da considerare del tutto preliminari e provvisori. Ulteriori studi dovranno essere approntati, secondo metodologie scientificamente rigorose, non solo per confermare l’efficacia del metodo ma anche per definire con più precisione la struttura dell’intervento ed i campi di applicazione ( quali disturbi dell’alimentazione, eventuale comorbidità, stai dissociativi e PTSD, etc).
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