Nel corso degli anni sta crescendo l’interesse e la curiosità verso la mindfulness, una forma di meditazione che ha le sue origini nella filosofia orientale e nel buddhismo. In questa puntata di Mindset l’intervista agli psicologi Giovanni Zucchi e Nicola Maffini sulla diffusione della mindfulness e l’utilizzo della meditazione nella pratica clinica e nella quotidianità.
“La mindfulness è una meditazione focalizzata sul qui ed ora. E nello stare nel qui ed ora ci apriamo a esperienze negative. La mindfulness ci chiede infatti di osservare le nostre esperienze interiori con un atteggiamento nuovo, diverso dal solito, non di repulsione delle esperienze negative ma nemmeno di attaccamento verso quelle positive. Stare davanti alla propria esperienza mentale con un atteggiamento di apertura ci consente infatti di sperimentare le nostre emozioni negative in un contesto più sicuro, protetto. A volte si parla di compassione verso noi stessi, verso i nostri limiti…”
Si può dire quindi che la mindfulness va un po’ contro corrente soprattutto quanto ci invita ad aprirci alle sensazioni negative ed esperienze di sofferenza?
“La mindfulness non va tanto a cercare queste esperienze negative, ma sta con quelle che emergono nel qui ed ora. E spesso queste esperienze di sofferenza. Dal banale prurito al naso ad emozioni e sensazioni magari più difficili. Notare queste sensazioni con curiosità, fare spazio, è uno degli ingredienti fondamentali della mindfulness…abbandonare la lotta con queste esperienze è una delle parti fondamentali della meditazione mindfulness.”
“Tra gli effetti positivi della mindfulness troviamo: miglioramento nella gestione delle emozioni, nell’attenzione e nella memoria, situazioni di dolore acuto e cronico. Ma il lavoro principale è quello di fare in modo che le persone siano disponibili a muoversi in direzione di ciò che per loro è importante anche in presenza di emozioni e sensazioni negative. Questo anche sperimentalmente e clinicamente parlando…ha dimostrato di avere dei benefici. Questo su un ampia gamma di vissuti negativi come anche ansia e depressione. Questo sembra essere un elemento comune a quella che è chiamata flessibilità psicologica.”
“La flessibilità psicologica è il vero obiettivo degli interventi basati sulla mindfulness. E’ chiaro che la mindfulness può anche essere vista come una sorta di allenamento a “tornare qui” quindi certo…migliora memoria e attenzione. Noi siamo capaci di focalizzare la nostra attenzione su determinati stimoli. Quindi quando la alleniamo riusciamo anche a migliorare diversi aspetti della nostra vita.”
Per poter praticare la mindfulness puoi visitare la pagina del centro mindfulness.
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