LO SPETTRO PSICOTICO. RIABILITAZIONE, FARMACI E COMORBILITA’ | IL CONGRESSO

Il 29 settembre presso la sala conferenze dell’Ospedale Maria Luigia il congresso “Lo Spettro Psicotico. Riabilitazione, farmaci e comorbilità”. Congresso accreditato per Psichiatri, Psicologi e Tecnici della Riabilitazione, eroga 8 crediti ECM. L’iscrizione è gratuita. Per iscriverti visita la pagina di iscrizione al congresso.

Lo Spettro Psicotico: il congresso

Il congresso “Lo Spettro Psicotico. Riabilitazione, farmaci e comorbilità” vuole essere un punto d’incontro tra varie esperienze. Un congresso dove poter confrontare conoscenze dell’ambito psicopatologico e clinico e contribuire a definire un percorso continuativo di cura e di assistenza integrando le varie risorse d’intervento diagnostico, farmaco terapeutico e riabilitativo tra i servizi territoriali e le strutture ospedaliere per i trattamenti delle patologie comprese dallo spettro psicotico.

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Lo spettro psicotico

Il termine “psicosi” si riferisce ad un corteo sintomatologico piuttosto che ad una diagnosi specifica. Include molte patologie che costituiscono lo spettro psicotico in cui identifichiamo la presenza di segni e sintomi isolati, sindromi sottosoglia e tratti temperamentali o di personalità in un continuum psicopatologico che si estende da forme lievi e attenuate sino ai  disturbi conclamati. L’eventuale abuso di sostanze e alcool si palesa sempre più frequentemente come fattore scatenante o aggravante un episodio psicotico in atto.

I sintomi che definiscono lo spettro psicotico si riscontrano in un’ampia varietà di disturbi mentali e sintomi psicotici si riscontrano in persone con disturbi dell’umore, di ansia e da abuso di sostanze. Anche se non tutti questi disturbi presentano lo stesso decorso di malattia e la stessa compromissione del funzionamento così come non tutti i disturbi dello spettro psicotico hanno necessariamente un’evoluzione che volge verso la cronicità.

Psicosi, alcol e sostanze stupefacenti

Nonostante i progressi nelle terapie psicofarmacologiche ed il progressivo utilizzo di  trattamenti socio-riabilitativi abbiano consentito di  perseguire una qualità di vita migliore ed un maggiore adattamento sociale,  nell’immaginario collettivo il  malato mentale è pur sempre una persona al di fuori delle norme socialmente accettate. Il manifestarsi di deliri, di allucinazioni e di comportamenti bizzarri,  identificano la persona nello stigma della diversità ancor più se correlati ad abusi di alcol o di altre sostanze.

Psicosi e dipendenza da sostanze

La comorbilità psichiatrica tra gli utenti dei servizi per l’alcolismo e le tossicodipendenze risulta elevata e negli ultimi anni è stato evidenziato un incremento di prevalenza dell’abuso di sostanze tra i pazienti psicotici. Uno studio epidemiologico, condotto dal National Institute of Mental Health  ha evidenziato che i soggetti con diagnosi “lifetime” di schizofrenia o di disturbo schizofreniforme presentavano, in comorbilità, una diagnosi di dipendenza da sostanze in circa il 47% dei casi, con una percentuale maggiore a carico dell’alcol (33,7%) e minore per tutte le altre sostanze d’abuso (13,3%).

L’abuso di sostanze psicotrope è stato interpretato come una sorta di automedicazione dei sintomi positivi (con sostanze ad effetto sedativo) o dei sintomi negativi (con sostanze ad effetto stimolante) nonché della condizione di anedonia secondaria all’uso cronico di neurolettici. La somministrazione di un farmaco presuppone, in medicina, una ben definita condizione patologica ed uno specifico substrato fisiopatologico su cui quella sostanza agisca ed in questo gli antipsicotici consentono il controllo dei sintomi della malattia, ma possono contemporaneamente indurre gravi effetti collaterali.

Riabilitazione e Farmacoterapia nelle psicosi

Ciò spinge verso lo sviluppo di terapie più sicure ed efficaci nell’ipotesi di poter migliorare la qualità della vita dei pazienti per un ulteriore impatto positivo sulla cura e sullo svolgimento di programmi di riabilitazione.

L’integrazione di diversi interventi: farmacologico, psicoterapico, riabilitativo (cognitivo comportamentale e psicodinamico) utilizzati attraverso una forte personalizzazione in rapporto agli obiettivi da raggiungere per ogni singolo paziente, può consentire  di contrastare la disabilità psichica. Questo all’interno di un processo che tende ad aiutare la persona a sviluppare ed usare le proprie risorse e capacità residue e  può consentire di definire un approccio in cui vengano contestualmente e contemporaneamente valutati e trattati gli aspetti che fanno differire sia in senso qualitativo che in senso quantitativo, il pattern di abuso nei pazienti dello spettro psicotico rispetto a quello degli altri tossicodipendenti.

Interventi terapeutici integrati nelle psicosi

In tale contesto clinico, risulta evidente che l’approccio terapeutico, vada orientato alla persona problematica in cui componenti ambientali e costituzionali, aspetti di “tratto psicopatologico” ed aspetti di “stato psicopatologico” si sommano e s’intersecano, in modo complesso.

La variabilità del quadro clinico, nei diversi soggetti e nelle varie fasi dell’evoluzione clinica acuita o meno da dipendenze patologiche, rende evidente l’opportunità d’interventi terapeutici integrati tra diverse figure professionali e tra diverse situazioni di cura,  nonché la necessità di variare concordemente nel tempo gli obiettivi da perseguire e gli strumenti da utilizzare, da cui la necessità di personalizzare gli interventi, rendendoli funzionali al perseguimento di obiettivi razionalmente raggiungibili.

Iscriviti al congresso

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dott. Paolo Artoni: Paolo Artoni è Tecnico della Riabilitazione Psichiatrica presso l'Ospedale Maria Luigia