LA MATRICE ACT DI KEVIN POLK NEL TRATTAMENTO DEI TRAUMI

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La matrice ACT, ideata da Kevin Polk, è un facilitatore grafico utilizzato in psicoterapia per favorire la flessibilità psicologica dei pazienti. Si basa sui costrutti cardine dell’Acceptance and Commitment Therapy e viene utilizzata sia nella psicoterapia individuale che di gruppo. La matrice ACT di Kevin Polk può essere utilizzata per affrontare diverse problematiche psicologiche tra cui il disturbo post traumatico da stress. Le conseguenze psicologiche del trauma sono da sempre oggetto di studi approfonditi nell’ambito della psicologia clinica. In questo articolo approfondiremo come l’ACT affronta il trauma psicologico. A parlarcene il dott. Enea Filimberti

Sofferenza ed evitamento. Cosa dice l’ACT

Secondo l’Acceptance and Commitment Therapy, una delle psicoterapie di terza generazione, alla base della sofferenza psicologica c’è, principalmente, il nostro tentativo di evitarla. Secondo l’ACT infatti gli esseri umani infatti, nel loro tentativo di evitare o controllare la sofferenza, nella realtà costruiscono le basi della sofferenza stessa. Ma evitare la sofferenza è normale. Sin da piccoli infatti, abbiamo imparato che l’evitamento è un’ottima strategia per non soffrire. Quando per la prima volta abbiamo sperimentato, direttamente o attraverso la regola di un genitore, quanto toccare una pentola rovente sia doloroso, da allora abbiamo appreso che evitare di toccarla ci avrebbe preservato dal soffrire.

“L’evitamento è un ottima strategia che l’essere umano ha per garantire la sua sopravvivenza” spiega il dott. Filimberti “ma risulta un problema quando cerchiamo di controllare o evitare la sofferenza psicologica. Per evitare di sentirla infatti tendiamo a diventare più rigidi, ad esempio smettiamo di frequentare alcuni posti o alcune persone, e questo alla lunga genera più sofferenza di quella che abbiamo evitato. ”

Reazioni emotive dopo un evento traumatico

“Dopo un evento traumatico” prosegue il dott. Filimberti “è normale avere paura, anzi è fondamentale; il problema nasce però quando di fronte alla paura, che è certamente un’emozione sgradevole, mettiamo in atto, in automatico, dei comportamenti per evitare di sentirla o per cancellarla.”

Secondo l’ACT, infatti, ciò che ci mantiene in uno stato di sofferenza è la “rigidità psicologica” ossia il nostro tentativo di controllare ed evitare di sentire le emozioni dolorose. “Più evitiamo e tentiamo di controllare quello che viviamo internamente e più ci rinchiudiamo, più diventiamo “piccoli” e quella sofferenza occupa tutto lo spazio della nostra vita.”

La matrice di Kevin Polk

Uno degli strumenti più utili per contrastare la rigidità psicologica è sicuramente la matrice ACT di Kevin Polk. Polk è uno psicologo e ricercatore americano, che per anni si è occupato del trattamento di pazienti traumatizzati, in particolare soldati americani reduci dalle guerre. La matrice ACT da lui creata è un ottimo strumento per diventare consapevoli di come funzioniamo.

“Molto spesso il paziente traumatizzato utilizza la maggior parte delle energie nel tentativo di controllare la sofferenza; questo avviene spesso in modo automatico e non consapevole. L’emozione sgradevole “accende” il pilota automatico e iniziano i comportamenti di evitamento. Attraverso l’utilizzo della matrice siamo in grado di analizzare, insieme al paziente, quali comportamenti sono funzionali all’evitamento e quali comportamenti sono invece utili a tornare a vivere una vita ricca e soddisfacente.

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La matrice ACT di Kevin Polk nel trattamento dei traumi

“La matrice ACT di Kevin Polk è un facilitatore grafico che aiuta i pazienti a vedere come ci sono due diverse tipologie di comportamenti, i comportamenti di allontanamento (Away) e controllo del dolore e i comportamenti verso (Toward) una direzione significativa. Si chiede proprio al paziente di fare degli esempi di comportamenti che mette in atto nelle diverse situazioni.

E quando si mettono queste cose nero su bianco, iniziamo a notare come reagiamo di fronte a emozioni negative. Spesso infatti ci rendiamo conto che, automaticamente, siamo portati a mettere in atto comportamenti evitanti (Away). Di fronte ad una emozione dolorosa potremmo, per esempio, chiuderci in casa, evitare situazioni sociali, abusare di sostanze che alterino lo stato di coscienza etc. Questi comportamenti, anche se inizialmente sembrano funzionare, nel lungo periodo aggravano la sofferenza iniziale e complicano la situazione.”

Andare verso. La matrice ACT

“L’altra tipologia di comportamenti che la matrice di Kevin Polk presenta sono quelli che vanno verso (Toward) una direzione per noi significativa ad esempio:

  • educare i figli,
  • coltivare una passione,
  • studiare una materia interessante
  • prendersi cura di una persona importante

Mentre la prima tipologia di comportamenti ci mette davanti quello che facciamo per evitare di sentire sensazioni sgradevoli, questa seconda tipologia di comportamenti ci mette davanti invece cosa facciamo per costruire una vita ricca e significativa. Scopo della terapia è quello di ridurre i comportamenti di evitamento, favorendo nei pazienti sempre più comportamenti attivi e nella direzione di una vita per loro soddisfacente.

La matrice ACT per favorire la flessibilità psicologica

“Concludendo, la matrice ACT di Kevin Polk favorisce nei pazienti la consapevolezza dei propri comportamenti di evitamento della sofferenza e quelli verso una vita significativa. La consapevolezza di questo aiuta gradualmente ad abbandonare i comportamenti automatici, restituendo alla persona una crescente libertà di scelta.

Il trattamento terapeutico basato sull’ACT non punta tanto all’eliminazione dell’emozione spiacevole, quanto piuttosto ad abbandonare gradualmente strumenti disfunzionali di controllo. “Nel corso del trattamento l’emozione sgradevole viene sempre meno evitata” conclude il dott. Filimberti “anzi quasi ricercata, portando sempre più il paziente ad espandere il proprio repertorio comportamentale e riaprirsi così ad una vita ricca e soddisfacente.”

Il dott. Filimberti svolge la sua attività clinica presso l’Ospedale Maria Luigia come responsabile del percorso di riabilitazione per pazienti con abuso e dipendenza da sostanze. 

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